Lucia GUDERZO

15 ottobre 2011

Com'è difficile trovare le parole per questo ultimo saluto

tra la tanta gente che ti ha conosciuta.

Per me dai banchi del liceo sei stata compagna, moglie,

mamma dei nostri ragazzi, confidente, ma anche instancabile

realizzatrice di tanti progetti, infaticabile lavoratrice per

cercare sempre non il nostro benessere, ma le condizioni migliori per gli altri.

Sei stata protagonista di tutto senza voler mai apparire, così

schiva e umile come chi ti ha conosciuto sa.

Un male cattivo, cinico, sadico, ingiusto ti ha rubato in una

chiara e fredda alba di ottobre la vita.

E in nessun caso sono servite le mie carezze per lenirti il

dolore che si è propagato immenso in tutti noi che ti volevamo bene.

Amore mio, hai sperato fino alla fine di respirare il profumo

dei ciclamini, di rivedere le tue montagne con gli abeti, dove

camminavamo tenendoci per mano, pensando sempre a qualcosa di nuovo da fare.

Ora sei qui racchiusa tra il legno di quegli alberi che avevi in

mente quando con le tue ultime forze ti aggrappavi a

qualcuno per alzarti dal letto del dolore e, magari allora

pensavi ai tigli di casa nostra.

Ora so, amore mio, che non vedi l'ora di liberarti da questa

bara e andare presto in cielo dove volano liberi gli uccelli,

dove puoi sentire ancora il canto dei gabbiani che ti

ricordavano il nostro ultimo viaggio in Florida.

Stai lassù in cielo, amore mio, come un angelo ad aiutarci, a

proteggerci perché più di prima abbiamo tanto bisogno di te.

Davide

 

Ciao Lucia.
***
Un male cattivo, cinico, sadico, ingiusto ha rubato in questa chiara e
fredda alba di ottobre la vita di Lucia.
E’ incommensurabile il dolore dei suoi cari, dei suoi amici veri e dei
tanti a cui lei ha sempre detto di sì senza mai chiedere nulla in
cambio. Ora restano solo le sue tante opere e una malinconica nostalgia
dei suoi tanti intensi momenti di vita.
Non sarà facile continuare a fare tutto quello che lei faceva, ma il
ricordo del suo donarsi forse sarà linfa per lenire almeno un poco il
grande dolore.
Davide Cervellin

 

Oggi si è spenta Lucia Guderzo, persona che penso molti di voi
conoscevano, in quanto aveva fondato e lavorava con Davide Cervellin
alla Tiflosystem.
Era una donna con energie da vendere, e sembra incredibile che in soli
due mesi o poco più sia terminata la sua avventura qui con noi.
Mi ha insegnato tantissimo, aveva ancora molto da insegnarmi, e ha
dedicato gran parte della sua vita a risolvere problemi legati alla
ciecità, ma non solo, in quanto aveva una conoscienza delle
problematiche dell'handicap fuori dal comune.

Nei tanti momenti passati insieme, giuro di non averla mai vista triste.
Mi rendo conto che sembra una frase fatta, ma vi giuro che era così.

Simone Dal Maso

tratto da http://www.spazioausili.net/forum/ot-ciao-lucia

 

Irene GAMBERA

*30 - 8 - 1997         + 12 - 7 - 2010

"Piccola e dolce principessa.

sei stata un raggio di luce

splendente nella vita di chi

ti ha conosciuta ed amata.

Con i tuoi occhi e con il tuo sorriso

ci hai insegnato che

la vita è il più bel dono,

anche quando è difficile.

Per il tuo esempio e

per tutto l'amore che ci hai dato

resterai per sempre nei nostri cuori".

Bruno BOTTO

Scusate se sono partito senza salutare, ma certe volte dobbiamo fare anche quello che non ci va, cercando di non lasciare niente in sospeso. 

Voi, che mi avete conosciuto, sapete che non amo i convenevoli e per questo faccio in fretta.

Grazie a chi ha permesso che la mia partenza non fosse sterile del tutto.

Grazie a chi sta proteggendo in tanti modi la mia Vilma, la mia Valentina e il mio Simi: solo così riusciranno meglio a sentirmi ancora con loro.

Grazie a chi si è avvicinato in punta di piedi per paura di disturbare.

Grazie a te Don Franco. So che noi eravamo amici, forse più di quello che pensavamo.

Grazie all'associazione Amac, che mi ha dato la possibilità di essere un appoggio per tante persone che, sì avevano bisogno di me, ma che mi hanno reso un uomo felice.

Il mio abbraccio più forte va ai miei bimbi della Scuola Materna: in questi anni avete rasserenato il mio cuore tanto profondamente come solo voi sapete fare.

Ciao a tutti BRUNO

 

Il 16 settembre 2009 è mancato il nostro Vice-Presidente.

Cuneo e provincia LASTAMPA - VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2009

 CUNEO. VICE PRESIDENTEAMAC

Sroncato da infarto a 57 anni commerciante di Passatore

«Diceva sempre “Venta dese da fe”, bisogna darsi da fare. E ha fatto davvero tanto nella sua vita. Soltanto lunedì gli avevo portato il progetto della Materna.

Ha notato che gli attaccapanni erano troppo alti per i bambini e mi ha detto che se c’era bisogno, li avrebbe sistemati lui, gratuitamente.

Una persona eccezionale». Così l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Cuneo, Erio Ambrosino, ricorda l’amico Bruno Botto, 57 anni, commerciante, titolare del negozio di articoli da regalo artigianali e artistici «Mon Cadeau», in via Carlo Emanuele III a Cuneo.

È morto l’altro giorno all’ospedale «Santa Croce». Un infarto l’aveva colpito la sera prima, mentre era a cena insieme con i famigliari, nell’abitazione di frazione Passatore.

A Cuneo aveva seguito la parte amministrativa della fusione tra le scuole elementari di Passatore e l’asilo di frazione San Pietro del Gallo e da 10 anni era vicepresidente dell’Associazione monregalese amici dei ciechi.

«Un uomo squisito, dall’animo sensibile - dice il presidente Amac, Franco Sciolla -. Amato e stimato da tutti per disponibilità e impegno.

Stento ancora a crederci». Tra le lacrime, il parroco di Passatore, Don Franco Biamonte: «Un grande amico. Onesto, semplice, giusto. Ci mancherà».

I funerali oggi, alle 15,30, nella chiesa di Passatore.

Bruno Botto lascia la moglie Vilma, i figli Simone e Valentina, studenti universitari.

La famiglia ha autorizzato l’espianto delle cornee. [MT. B.]

Lino BLENGINO

Il 10 gennaio 2009 è mancato l’amico Lino Blengino di Beinette.

LA STAMPA del 13 Gennaio 2009 riporta la notizia dell'improvvisa scomparsa.

BEINETTE. E’ morto al mare il massaggiatore

Lino, 61 anni, è morto sabato mattina in Liguria dopo il ricovero nell’ospedale di Sanremo per un malore: si trovava in vacanza con la moglie nella loro casa a Ventimiglia.
Originario e residente a Beinette, era molto conosciuto per l’attività di massaggiatore. Molte persone si rivolgevano a lui anche da fuori provincia. Aveva iniziato quando lavorava all’ospedale «Santa Croce e Carle» di Cuneo, come ricorda il cognato Giovanni Pellegrino: «E’ stato tecnico di laboratorio all’ospedale fino al 1979. Poi, a causa di un virus contratto sul posto di lavoro, è diventato cieco. Fino alla pensione ha lavorato, sempre per l’ospedale, come centralinista e massaggiatore. Aveva anche seguito corsi specifici di formazione all’Asl per la massofisiochinesi terapia. Da sempre viaggiatore entusiasta, ultimamente aveva iniziato ad appassionarsi ai balli occitani e alle danze dei fiori di Bach».
Blengino lascia la moglie Giorgina e i figli Luca, sceneggiatore di fumetti, e Alessandro, disegnatore e grafico-pubblicitario.

l'AMAC lo ricorda con affetto e stima; è stato tra i primi soci della nostra Associazione.

Ha partecipato alle nostre ultime dimostrazione di Torbal "Noi-con-Voi" distinguendosi sempre per il suo entusiasmo, bravura e tanta lealtà. 

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